Qui voglio veramente anticipare che il Blog si prefigge di riportare i post come esperienze personali, con le motivazioni, le soluzioni e le problematiche da cui i lettori possono poi trarre ispirazione. Non sono soluzioni assolute.
Detto ciò partiamo dicendo subito che io e mia moglie abbiamo portato i nostri bambini al nido ad 1 anno e 1/2. Anche perché nati a fine marzo.
L’anno prima eravamo comunque entrati in graduatoria ma avevano appena 5 mesi, e non ce la siamo sentita. In più loro erano ancora allattati al seno e Simona avrebbe dovuto presentarsi al nido per i pasti. Insomma, il tutto rimaneva sconveniente anche se poi per mia moglie è risultato essere l’anno più duro.
Se c’è un stato emozionale che prevale su tutti al momento in cui si deve prendere la decisione è quello dei sensi di colpa.
Come riesci a farti forza nel dire che SI dobbiamo portarceli, immediatamente dopo hai 100 motivi per tenerli a casa.
Riuscire a trovare una scappatoia nella soluzione è veramente difficile.
Soprattutto se si è vissuto insieme tutti i giorni fin dalla nascita.
Ma il rischio è lo stesso di una sostanza stupefacente. Continuare e perseverare nel riuscire da soli, rinunciando alla libertà (il minimo sindacale chiaramente!) nel nostro caso avrebbe peggiorato lo stato psico fisico.
Per quanto amore puoi dare, siamo pur sempre delle persone umane con dei limiti.
E parlo per me e per mia moglie.
Ora Simona, come molte mamme di gemelli che non hanno ricevuto granché sostegno, oltre ad aver perso il lavoro, si è ritrovata dall’oggi al domani a casa 24 ore su 24 a fare sempre le stesse 4 cose: allattare, cambiare, pulire, metterli a nanna, allattare, cambiare, pulire, metterli a nanna.
Col tempo è diventato cucinare, cambiare, pulire, metterli a nanna, cucinare, cambiare, pulire, metterli a nanna.
A dir poco alienante.
In questo caso posso dire a pieni poloni UNO? CHE CE VÒ!!
Perché se avesse avuto un solo figlio, poteva entrare direttamente in ascensore col bimbo, sveglio, o dormiente ed uscire, fare cose e vedere gente, come diceva Nanni Moretti.
Con due no! Il passeggino entra solo chiuso in ascensore e finché non camminavano era quasi impossibile DA SOLI uscire.
Andatevi a leggere il post Il gioco delle Tre carte per capire come fare ad uscire di casa.
Detto ciò voglio sottolineare il fatto che non abbiamo portato i figli nostri al nido per avere libertà. Quella è una conseguenza banale.
L’averli portati al nido è stato il risultato di una decisione educativa importantissima.
Ora come detto prima, mia moglie non lavorara, quindi, che motivo c’era di separarsene? E ci risiamo con i sensi di colpa.
Ma dopo un anno di asilo provato sulla nostra pelle, oggi possiamo dire che abbiamo fatto la scelta migliore, in primis per loro.
Al nido i nostri bambini hanno imparato a mangiare da soli dopo un mese, ed a bere da soli con il bicchiere. A fare colazione con il latte ed i biscotti con l’uso del cucchiaio (piccolo naturalmente) come due ometti. Apparecchiano il loro tavolo (solo all’asilo naturalmente) e rimettono a posto i giocattoli.
Hanno imparato il senso di aggregazione (anche se per i gemelli magari questo è un po’ obbligatorio per ovvi motivi), di condivisione, di calma e di sfogo. Passano 8 ore in un ambiente privo di TV (e vi pare poco?), mangiano senza la nostra presenza, ridono scherzano e cantano più di quello che potrebbero fare a casa con noi o con i nonni.
È indubbio che l’amore, l’affetto e le attenzioni che noi gli offriamo durante l’arco di una giornata tipo è impargonabile.
Ma, al nido hanno ricevuto e ricevono tuttora un amore, un affetto e delle attenzioni diverse, che non ricevono da noi.
Le educatrici hanno un mix di pazienza e estraneità che permette loro di insegnare ed educare con più efficacia.
I bambini vivono un ambiente fatto di loro coetanei che fino a poco prima vedevano solo in determinate ricorrenze. Taluni magari era la prima volta che si confrontavano con gli altri.
Anche per i nostri è stato uno shock inizialmente (vi rimando al post L’inserimento al Nido: che passione!), nonostante sono nati già in due. Eppure oggi sanno i nomi di tutti i bambini (e sono 25 a sezione) e riconoscono i genitori dei bambini. Figuratevi che lo sanno più loro che noi.
Questo grado di attenzione lo hanno raffinato e migliorato solo al nido.
A casa preferiscono esprimere più i loro sentimenti, talvolta anche contrariati, esigendo (e come biasimarli) la nostra presenza di genitore, complici, amorevoli, giocando, uscendo.
Altra nota positiva è che con i bambini al nido, si può tornare a lavorare, per chi lo faceva o per chi lo vuole fare ancora.
Consiglio.
Quando si iscrivono i bambini al nido, vengono richiesti gli orari di frequenza, distinguendo anche qui una sorta di part-time ed un full-time.
Noi abbiamo optato per l’orario completo.
Ma andiamo per ordine.
Mediamente nelle città si distinguono Nidi Pubblici e Nidi Privati. Fondamentalmente i nidi sono gestiti dal comune.
Anche qui mille domande dagli sconosciuti o dai disinformati.
-Ah! Ma li mandate nei nidi pubblici? Ma non avete paura? Vi fidate?-
Aridaie con i sensi di colpa.
Poi ti chiedono queste cose sempre quando nei telegiornali esplode il caso dell’asilo tal dei tali dove prendono e maltrattano i bambini, o li lasciano a loro stessi. E manco farlo a posta ricevi le telefonate più ansiose dai nonni, che pur essendo stati i primi a dirti di iscriverli al nido, anche per ritagliarsi un po’ di tempo per se stessi, sono sempre i primi a rinfacciarti che li si poteva tenerli a casa un altro anno, tanto fatto uno se ne possono fare due.
-E se toccasse proprio a nostri nipotini?-
Mamma mia le paturnie di me e mia moglie.
Alla fine li abbiamo iscritti ad un Asilo Nido Pubblico. E per vostra informazione, potendo scegliere su più Istituti per comodità, quello che ci hanno appioppato era l’ultimo delle nostre preferenze.
Anche se un po’ riluttanti, chiaramente abbiamo accettato, per proiettarci in questa nuova esperienza.
E per l’orario?
Come abbiamo accennato sopra gli orari da rispettare sono la 1/2 giornata (dove si riprende il bambino subito dopo pranzo) o la giornata piena.
Indipendentemente dal vostro ISEE la differenza di quota tra il tempo pieno e la mezza giornata differisce di un 15%. Noi abbiamo pensato che tanto valeva richiedere il tempo pieno. Anche perché i bambini finito il pranzo, giocano un pochino e poi vengono portati a letto per il riposino pomeridiano. Dopodiché vengono svegliati verso le 15h e nutriti con una merenda sana (solitamente frutta, yogurt, biscotti…).
Il ritiro si aggira tra le 16h15 e le 16h30, cambiati, riposati e “merenda”! Ottimo no?
Tornando a noi: Com’è andata a finire?
Che l’asilo è risultato essere validissimo. Le educatrici preparate ed attente.
I bambini all’asilo si sono fortificati. Parlano di tante cose. Tirano fuori nomi e riferimenti che sono al di fuori della famiglia.
Insomma tirando le somme, Asilo si, o asilo no?
Noi lo consigliamo vivamente. Siamo sempre un blog che tratta le problematiche dei Gemelli e quindi motivati in modo diverso da chi ha figli unici.
Ma questa volta il consiglio lo estendiamo a tutte le famiglie.
Portateli, non ve ne pentirete.
Questo è un tema veramente delicato ed importante. Siamo desiderosi di ricevere più post possibili, qualsiasi sia stata la vostra scelta.